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Il lavoro di Willy

Con questo post vorrei rispondere ad una domanda che mi è stata posta su Instagram da alcune ragazze: Che lavoro è quello di Willy?


Willy è un commesso MA da 11 anni per tutto il periodo invernale, circa 4 mesi all’anno, parte dall’Italia per andare

in Asia quindi sostanzialmente lui nasce come viaggiatore, parte con lo zaino in

spalla e tanta volontà di scoprire ‘’l’ altro’’; è solo in seguito che acquista la prima macchina fotografica ed inizia a portare a casa i primi ricordi di questi viaggi,

° etnie,

° culture,

° tradizioni

e °paesaggi;


nel 2017 porta per la prima volta le sue foto in mostra ed è così che diventa a tutti gli effetti un autore e fotografo da viaggio.


La sua nasce come passione per la fotografia e per le particolarità dei volti asiatici, etnie spesso intatte, che ancora preservano le antiche usanze .

Nelle sue mostre si trovano i volti e i ritratti di etnie cinesi, cambogiane, malesiane, indiane, indonesiane, laotiane, ecc..

Solo nel 2018 inizia con la fotografia da studio e da allora questo è diventato il suo secondo lavoro, fotografare mamme in dolce attesa, new Born, battesimi e matrimoni.


Il suo progetto

(descritto e scritto da coloro che lo hanno conosciuto nel suo lavoro e aiutato ad andare avanti con la sua passione):

UN OCEANO INFINITO DI ANIME Un racconto fotografico di Willy Sanson tra India e Sud-est asiatico


Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore Henri Cartier-Bresson

Culture diverse, tutte estremamente singolari ed interessanti nel proprio essere, eterogenee ma anche, a tratti, similari. Willy Sanson, fotografo gradese, ha iniziato a viaggiare a 29 anni e la sua prima meta è stata il Laos, seguita da Cambogia, Thailandia, Vietnam, Malaysa, India, Nepal, Myanmar, Cina e Indonesia. I suoi primi approcci con la fotografia sono stati gli stessi che accomunano ogni viaggiatore: catturare e “tenere in memoria” paesaggi, persone, animali. Ma si è fatta presto forte una certa predisposizione e curiosità verso le persone e, nello specifico, i loro volti. Riuscire a coglierne l’essenza nella quotidianità, osservandone il comportamento, ascoltandone l’idioma, condividendo piccoli gesti, creando così una connessione sottile fra fotografo e soggetto, è stato il suo intento.

I suoi viaggi non percorrono le classiche rotte turistiche ed è la ricerca del poco noto che gli ha permesso di entrare in contatto con persone e luoghi meravigliosi. Il viaggio per Sanson è vissuto come una crescita personale e spirituale, un mezzo per comprendere meglio sé stessi e superare i propri limiti: “Le mie foto, le persone e i luoghi sono il mezzo più bello che ho per crearmi il più favoloso e affascinante viaggio che esista.. che è quello interiore”. L’India in particolare è stata significativa per Sanson in quanto, oltre a regalargli scenari unici ed emozioni inaspettate, l’ha messo a dura prova, sia a livello di sopravvivenza fisica, sia a livello di stabilità emotiva. In ogni viaggio ha potuto riconoscere dei tratti comuni, ovvero l’umiltà, la dignità, la forza delle persone che, nonostante tutto, continuano a sorridere.

Nei suoi scatti Willy Sanson predilige il ritratto, un genere fotografico che mette strettamente in relazione il fotografo con il soggetto, in un contatto intimo che si gioca in uno sguardo. Il ritratto è di fatti l’espressione di un incontro che Willy Sanson vive in maniera naturale e spontanea, convinto che essere ciò che si è renda tanto vulnerabili quanto predisposti a cogliere ogni piccola sfumatura generata dalle emozioni, riuscendo per quel singolo attimo a colmare la distanza che lo separa da ogni vita che ha di fronte filtrandolo attraverso l’obiettivo della sua fotocamera. L’etica resta comunque il punto di partenza che un fotografo deve rispettare. Tramite le sue fotografie, Sanson cerca di mettere in atto, nel modo migliore e più congruo alla situazione, valori di umanità e di rispetto verso l’individuo. La fotografia in questi reportage è rigorosamente a colori perché solo in questo modo è possibile cogliere la vera essenza delle circostanze e dei paesi conosciuti, su tutti l’India, che è "colore" per antonomasia.


Sanson è sensibilmente attratto dalle particolarità dei volti, dalle espressioni e dall'intensità dello sguardo. Il sorriso di un bambino o le sue lacrime sono tratti distintivi dell’emozione che sta provando e che sta comunicando; le rughe degli anziani, rifugio di anni di sofferenza ma anche di saggezza; gli occhi che diventano specchi dentro cui rivedersi. Tutto ciò è amplificato dall’ambiente che li circonda e che funge da cornice dell’anima.

La sua Biografia Willy Sanson nasce a Grado nel gennaio del 1978. Cresce in lui il forte desiderio di viaggiare all’età di 29 anni. Inizia, così, un frenetico studio dei paesi orientali che si concretizza con il primo, decisivo, viaggio nelle terre della Thailandia, del Laos e della Cambogia. Parte con uno zaino sulle spalle, una telecamera tra le mani e forse più sogni in testa che abiti nella borsa, per tre mesi e mezzo. L’interazione umana così intensa con le tribù locali, il desiderio spasmodico di andare oltre i confini del semplice “turista”, hanno scaturito in lui emozioni mai provate. Nell’istante esatto in cui è entrato in quel mondo, ha capito che non poteva non immortalarlo. L'anno successivo compra la prima vera macchina fotografica professionale. In seguito ha iniziato subito a studiare come autodidatta la tecnica fotografica in tutti i suoi aspetti, nelle sue sfumature. Nei successivi nove anni ha imparato a osservare, comprendere e scattare. Ad oggi, la fotografia e i viaggi in paesi ancora sconosciuti sono diventati il perno della sua vita, permettendogli di acquisire uno stile peculiare che lo ha portato negli anni ad ottenere numerosi riconoscimenti anche in ambito internazionale. Gli attimi che fino ad ora ha scattato corrispondono esattamente a quello che ha provato e che, con duro lavoro, ha ricercato.

Nel 2017 espone le proprie opere in tre mostre di cui una nel Palazzo del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia.

Sempre nel 2017 vince il premio Remarkable Artwork al SIPA Contest.

Nel 2017 riceve un “Honorable mention” al International Photographer of the year al Ipoty

Nel 2018 finalista al Travel Photographer of the Year del National Geographic. Nel 2018 espone le proprie opere a Trieste presso Attualfoto.

Nel 2019 espone le proprie opere a Bassano del Grappa, alla biennale “Bassano fotografia”.

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